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Letteratura Russa

Anton Cechov

La letteratura russa è una delle più elitarie e gloriose di tutta la letteratura contemporanea. La madre Russia ha dato i natali a moltissimi dei più importanti autori di due secoli addietro basti pensare ai geniali Tolstoj e Dostoevskij, ma anche ai romantici Cechov e Pasternak. In questa sezione però ci occuperemo di autori nati precisamente a Mosca o che a Mosca hanno vissuto quasi la totalità della loro vita: parleremo dunque di Puskin, Dostoevskij, Cechov e Pasternak.

Puskin nacque a Mosca il 26 maggio del 1799, fu un poeta e uno scrittore dedito soprattutto alle varie espressioni del romanticismo: è stato uno dei più importanti contributori della nascita della lingua letteraria russa. Puskin nacque in una famiglia di antichissima nobiltà e quindi tutta la sua vita si mosse in concomitanza con la sua condizione sociale, era quindi assiduo frequentatori dei salotti mondani e di circoli letterari. Sin da subito, essendo lettore accanito, comincia a scrivere alcuni versi già da adolescente, entrando poi a far parte ella celebre società letteraria dell’Arzamas. Durante l’età adulta scrisse tutti i suoi più grandi capolavori come il poema epico Ruslan e Ljudmilla.

Dostoevskij, uno dei più importanti scrittori di tutti i tempi nacque a Mosca il 30 ottobre del 1821. Lo scrittore nacque in una famiglia nobile lituana, suo padre era un arciprete ortodosso mentre la madre era figlia di commercianti. Proprio per la sua condizione sociale, Fedor fu subito iniziato alla musica e alla religione, ma anche alla letteratura. Dopo la tragica morte della madre, il giovane Dostoevskij viene trasferito con il fratello a San Pietroburgo dove entrerà all’istituto di ingegneria militare. Dopo il diploma Fedor lascia il servizio militare e comincia a dedicarsi interamente alla letteratura: scriverà nel 1846 il suo primo libro “Povera Gente”, seguito poi negli anni da tutti i più grandi capolavori che la letteratura abbia mai conosciuto come “Delitto e Castigo” e “L’idiota”.

Sebbene non nato a Mosca Anton Cechov fu un drammaturgo veramente importante per la tradizione letteraria del suo paese ma anche moscovita. Egli nacque a Taganrog il 29 gennaio 1860 ed era il terzo di sei figli di una famiglia di umili origini. Il padre era un droghiere mentre la madre proveniva da una famiglia di commercianti; la cattiva condizione in cui si trovava lo fece crescere in una disciplina ferrea e, di seguito al fallimento dell’attività commerciale paterna, dovette trasferirsi a Mosca. Qui iniziò a frequentare Medicina all’università cittadina e già a 19 anni cominciò a scrivere piccole opere letterarie da pubblicare su vari inserti giornalistici in modo da aiutare economicamente la sua famiglia. Il riscatto però avvenne più tardi quando nel 1887 iniziò a scrivere “La Steppa” ispirata al suo viaggio in Ucraina per curare la sua tubercolosi. Successivamente la sua fama divenne senza eguali tanto da rivaleggiare con il grande Tolstoj. A Mosca scrisse tante opere teatrali che furono anche messe in scena dall’illustre Teatro dell’Arte. Tra le migliori opere ricordiamo: Zio Vanja, il Giardino dei Ciliegi, il Gabbiano.

Arriviamo dunque a parlare di Pasternak forse uno degli scrittori moscoviti più importanti del secolo scorso. Nacque nella capitale russa il 10 febbraio del 1890 in un ambiente intellettuale, suo padre infatti era un artista e un insegnante alla scuola di pittura di Mosca, mentre sua madre era una pianista. Compì gli studi al liceo tedesco di Mosca e poi si iscrisse alla facoltà di Filosofia, durante i primi anni del novecento fece molti viaggi in svizzera, italia… e cominci a dedicarsi alla poesia. Subito dopo la seconda guerra mondiale, Pasternak cominciò a lavorare al suo più grande capolavoro, “Il dottor Zivago”. All’inizio il romanzo venne rifiutato dall’unione degli scrittori visto che il romanzo metteva in luce i tratti oscure della Rivoluzione d’Ottobre. Il libro fu pubblicato nel 1957 per la prima volta in Italia dalla casa editrice Feltrinelli e divenne uno dei più letti in occidente. La straordinarietà di questo romanzo fece guadagnare a Pasternak anche il Premio Nobel per la letteratura.

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